Adoro osservare gli animali e le loro interazioni e, se è il caso, interagire con loro. Mi sono divertita a mettere insieme questa video-storia che narra di capre e di conflitti territoriali.
È una storia particolarmente adatta a chi, come me, ama osservare gli animali, ma vi invito anche a riflettere su ciò che questa storia muove in voi. Siete portati a immedesimarvi in qualcuno dei protagonisti o a prenderne le parti? Come avreste agito nella stessa situazione? Quali emozioni e difficoltà avrebbe suscitato in voi? Siete in grado di difendere il vostro territorio e affermare i vostri spazi o tendete a farvi invadere
NB Sotto al video trovate la trascrizione del testo.
Storia del 31 luglio 2022
QUESTIONI TERRITORIALI
Me ne sto tranquillamente in casa quando sento il classico rumore di campanacci di una mandria/gregge in avvicinamento. Esco sul balconcino e vedo che un gregge di capre (e due pecore) piuttosto nutrito sta tranquillamente transitando lungo la strada sterrata principale che separa il mio terreno dal “casermone” (è una ex caserma ora utilizzata da mandriani). Le ho già viste in giro e si muovono da sole, non appartengono ai dirimpettai e le persone che si vedono nel video camminare con le capre sono turisti che scendono dal rifugio o operai edili che stanno facendo lavori alla caserma (il rumoraccio di sottofondo è il loro generatore).
Il tutto sembra svolgersi nella giusta placidità e sembra che gli “invasori” saranno presto passati oltre, se non che a un certo punto, alcune capre delle retrovie si rendono conto che sul rimorchio del trattore parcheggiato lì di fronte c’è un grosso secchio contenente evidentemente del mangime. Così iniziano a servirsi, causando l’arresto e retrocessione di tutto il gregge. Mentre le più grandi si danno da fare attorno al trattore, le capre più piccole iniziano a guardarsi in giro o si sdraiano ad oziare. Temendo che possano invadere in massa il mio terreno mi avvicino alla recinzione.
Una capra entra (minuto 1:10), mi si avvicina, mentre le altre rimangono fuori. Sembra particolarmente interessata a me e rimane per un po’ al mio fianco prendendosi qualche coccola.
Nel frattempo (minuto 2:00) la disputa sul trattore si fa accanita fra le capre più grosse, mentre le altre oziano (minuto 3:00), qualcuna mangia cenere e carbone dai residui di un piccolo focolare (minuto 3:08) e il resto gironzola senza meta.
Anche uno dei due maschi decide di andare a controllare cosa c’è di così interessante nel secchione (lo si vede scendere al minuto 3:23) – mentre l’altro maschio rimane sdraiato nell’ombra – ma non sembra particolarmente entusiasta del gusto e se ne torna nell’ombra. Fatto sta che ormai il gregge sembra apprezzare la sosta e tutti si aggirano oziosamente o si godono il sole o l’ombra secondo i gusti.
A un certo punto una piccola capretta (min. 3:46), forse per ingannare il tempo o perché l’erba del vicino è sempre più verde, entra nel mio terreno poco più giù, dove però c’era la più giovane delle due caprette “residenti”, che fino ad allora non erano presenti. Inizia una disputa territoriale. Siccome altre due capre più grosse, accortesi della lite (minuto 4:04), si avvicinano per dare man forte, mi avvicino a mia volta per sostenere la “mia” capretta solitaria, che in fin dei conti si trovava a casa sua. Una delle tre straniere però è particolarmente testarda e rompiscatole e si rifiuta di uscire (min 4:46), così la disputa riprende e rientra anche l’altra che era uscita (possibile che la capretta piccola che era entrata fosse figlia di una della due). Non che la lotta sembri particolarmente seria, ma vorrei evitare che le due poi facciano strada ad altre e trovarmi col terreno invaso da capre che litigano. Si aggiunge alla combriccola anche la mamma della “mia” spavalda capretta (min. 5:00). Lei sembra avere atteggiamenti molto amichevoli e per altro, anche volendo, è senza corna (asportate dall’uomo).
Dopo un’altra serie di cornate, stanca di questa sfibrante bassa ostilità sul confine, decido di intervenire (min. 5:55). Una esce subito ma la solita testa dura insiste e cerca un nuovo attacco, da cui la faccio desistere tagliandole la strada (min. 6:11). Infine sloggio anche la piccola che aveva dato inizio al casino (o forse è un’altra, ma non fa differenza). A quel punto la testa dura di casa si sente forte e si avvicina allo steccato per ribadire il suo sdegno (min. 6:31), ma quelle sono due, quindi si ritrae ma rimane sul chi vive.
Gli animi non si raffreddano del tutto e le rivali si riavvicinano. Anche la mamma, che era rimasta nelle retrovie, si fa avanti (min. 7:35), per la verità con atteggiamento apparentemente amichevole. C’è una fase di annusamento reciproco fra tutte che lascia ben sperare, mentre una terza incomoda cerca di approfittarne per entrare. Continua per un po’ questa sorta si scaramuccia a bassa intensità dai due lati dello steccato, finché la mamma, allungando il muso fuori in tono amichevole si becca una cornata inaspettata sulla testa (min. 8:40), dato che lei non ha corna a proteggerla. Rimane forse un po’ frastornata e struscia la testa contro il legno più volte, rimane un po’ ferma non la testa nascosta dietro al palo di legno, poi prova a riallungare il muso ma l’altra tenta un’altra cornata. E così vanno avanti tra annusamenti e blandi tentativi di cornate. A un certo punto la mamma decide di lasciar perdere e si volta verso di me (min. 10:12), mentre la figlia continua la schermaglia. Non contenta, a un certo punto (min. 10:45) decide di uscire dal mio terreno sulla strada (del resto tutto il terreno occupato dal gregge è “casa sua”), trovandosi in netta minoranza e senza nemmeno la protezione data dallo steccato. Ben presto decide di aver fatto una cazzata e torna all’ovile.
Finalmente la situazione ristagnante viene sbloccata dagli operai edili (min. 11:18), che terminano il lavoro, spengono il dannato generatore e partono con il loro furgone, spaventando il branco e spingendolo finalmente a muoversi mentre le due di casa si godono la scena. Non senza una certa soddisfazione.
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