I valichi sono luoghi affascinanti, rappresentano una soglia tra due mondi, a volte molto simili, ma a volte anche molto diversi. Ma non è possibile saperlo prima. Bisogna arrivare sul posto per scoprirlo, e spesso ci si arriva a prezzo di grandi fatiche, come in questo caso, dove l’ultimo tratto di salita è talmente ripido da dover essere affrontato praticamente a carponi.
I valichi sono spesso anche luoghi scomodi. In altura, sono spesso luoghi rocciosi, con spazi limitati, sferzati da forti venti e temperature gelide. Non esattamente luoghi dove è facile rilassarsi e soffermarsi, se non fosse per il magnifico paesaggio, a fortissima energia, l’aria pura e la sensazione di aver fatto una conquista.
Le esperienze esteriori rispecchiano quelle interiori. E allora, a quale valico ci stiamo avvicinando in questo momento della nostra vita? Cosa ci lasciamo alle spalle? Abbiamo idea di quale paesaggio ci aspetta oltre il valico? Quali ostacoli si frappongono fra noi e la meta?
Il valico non è in realtà il punto di arrivo, ma è il punto di svolta. È anche il punto di congiunzione, quello che ci permette di unire il passato con il futuro. Il valico è il punto di mezzo.
Per quanto mi riguarda questa salita e questo valico rappresentano perfettamente la mia situazione attuale.
La fatica che dobbiamo fare per raggiungere il valico rappresenta la fatica che dobbiamo fare per trovare il coraggio e la forza di far emergere quelle parti di noi che finora sono rimaste inespresse.
Durante il percorso possiamo prenderci il lusso di godere del paesaggio, per quanto ormai conosciuto, e apprezzarne le caratteristiche, le bellezze e i doni, ma senza mai dimenticare che non siamo lì per fermarci. Ci siamo già soffermati in passato in quel paesaggio, e ora siamo diretti a esplorare nuove mete. Apprezziamo la fatica della salita, consapevoli che abbiamo lavorato a lungo per mettere insieme le forze e il coraggio necessari per arrivare in fondo a quella fatica, in cima a quella ripida salita.
Una volta in cima, il paesaggio dall’altra parte rappresenta la meraviglia delle possibilità a nostra disposizione.
Quanto è facile entrare nel nuovo paesaggio? C’è un agile sentiero, oppure c’è un versante scosceso e impraticabile come in questo caso? Forse allora la nuova espressione di noi ci appare potenzialmente bellissima ma difficile da realizzare, e dovremo pensare a dei modi per renderci più semplice quel passaggio. Forse, dal valico abbiamo potuto avere una visione generale del potenziale che ci attende, ma per realizzarlo, invece di buttarci a precipizio da lassù, forse potremo prendere dei sentieri più lunghi ma più facili, che aggirano il grosso ostacolo arrivando alla meta da un altro lato. Il percorso sarà più lungo ma più sicuro, e avremo il tempo di abituarci ai nuovi paesaggi.
NB. Questo è un video “sperimentale”. Ho voluto provare a fare un video dove vi porto con me durante un’escursione.
Mi piace unire gli aspetti naturalistici con riflessioni sulle relazioni più intime fra i regni di natura, la loro evoluzione e il loro rapporto con la nostra interiorità e le fasi della nostra crescita. Non sono esperta nella produzione e nell’editing di video – sono in apprendistato da autodidatta – quindi sicuramente il video è tecnicamente migliorabile. Ma è facendo che si impara ed è attraverso l’esperienza che si cresce.
Scivetemi pure commenti. Ditemi se questo tipo di video vi può interessare ed eventualmente come lo modifichereste, che effetto vi ha fatto guardarlo, e tutto quello che volete comunicarmi. Grazie