Quando siamo inquieti, per esempio perché non riusciamo a fare una scelta in quanto la nostra mente non si vuole fermare e non riusciamo veramente a sentire ciò che è giusto per noi, andare in natura può aiutare molto. È utile mantenere un atteggiamento privo di aspettative ma aperto all’inatteso. Una volta giunti nel luogo prescelto, sospendiamo il lavorio mentale e poniamoci all’ascolto. Per farlo, è utile percepire il nostro corpo, il respiro, oltre alle energie intorno a noi, rimanendo però contemporanemente connessi al nostro sentire (attenzione divisa fra dentro e fuori). Se ci poniamo in uno stato di quiete mentale potremo percepire l’impulso interiore a muoverci in una certa direzione, fermarci in un certo punto, esplorare una pianta, un sasso, un fiore o altro. Se ci lasciamo muovere in base al sentire, verremmo spontanemente attirati verso un luogo, una situazione, un oggetto particolare che, senza che magari ne siamo inizialmente consapevoli, potrà fornire una risposta alle nostre domande. È utile porre una domanda chiara nel momento in cui entriamo nel luogo prescelto.
Fu così che in quel giorno, venni attirata dai rami secchi e mi misi spontaneamente ad allontanare dalla pianta alcuni rami ormai pendenti. Quando poi salii sull’albero e lasciai fluire le parole, mi divenne chiaro che lì c’era la risposta alla domanda che mi tormentava.
Penso che il carpino mi abbia parlato? Non esattamente. Per come io percepisco le cose, non credo che gli alberi o gli animali, o le rocce, siano in grado di per sé di darci indicazioni letterali relative alla nostra condizione umana, di cui non hanno esperienza. Secondo il mio sentire, è il nostro Sé che ci parla, attraverso lo spirito della pianta (o di altro essere di natura) con cui ci siamo connessi, il quale colora della sua esperienza e della sua essenza, il messaggio che percepiamo. L’albero, in questo caso, funziona dunque da “facilitatore della connessione col Sé”.
In teoria non è difficile connettersi al Sé in questo modo, ma ci vuole un po’ di allenamento e di fiducia, oltre a capacità di presenza. Queste qualità possono essere affinate attraverso il lavoro su di sé, ovvero quel lavoro, per dirla proprio in breve, che ci permette di diventare consapevoli di ciò che ci blocca nella crescita e nella realizzazione di noi stessi e di sciogliere gradualmente quei nodi che spesso ci tengono bloccati per anni in una vita che non sentiamo nostra. Questo lavoro su di sé è ciò di cui io mi occupo.
PS Sotto al video trovi trascitto il testo della comunicazione, se vuoi rileggerlo con calma.