Liti esteriori ed interiori
Gli eventi esteriori che ci capitano nella vita, anche quelli che apparentemente non ci riguardano, ci possono sempre dire qualcosa su noi stessi.
Se vuoi approfondire, leggi l’articolo sotto al video.
Incontro del 14/04/2022
LITI ESTERIORI ED INTERIORI
È vero che c’è una “realtà” esterna con delle sue caratteristiche che può essere da noi compresa e studiata, ma anche semplicemente osservata e amata per ciò che è, ed è anche vero che spesso gli eventi esteriori sono uno specchio della nostra interiorità, e quindi in qualche modo ci parlano di noi.
Nella mia esperienza, è bene non cadere nei due estremi, ovvero da un lato di considerare il mondo esterno come qualcosa che non ci riguarda e totalmente altro da noi, che può essere interessante o destare in noi curiosità e che può essere conosciuto attraverso i sensi e la mente (almeno parzialmente), ma niente di più, oppure, al contrario, di interpretare l’esterno solo come un “messaggio” per noi, rischiando di perdere il contatto con la realtà e di entrare in una visione “romanticizzata” o iper-spiritualizzata, dove ogni persona, ogni animale, ogni pianta, ogni sasso che incontriamo è lì per dire qualcosa a noi, ma non ha un proprio significato o ragion d’essere, passando il nostro tempo a proiettare le nostre tematiche sull’esterno, con “canalizzazioni”, voci e visioni, dove tutti gli animali sono angeli che portano messaggi, le piante esseri superevoluti che ci guardano dall’alto della loro superiorità, e via cantando.
Le due visioni devono contemperarsi per un sano equilibrio. E per un sano equilibrio occorre un serio e profondo lavoro su di sé, che permetta di discernere. Se non siamo in contatto con la nostra interiorità, i “messaggi” vanno perduti, anche se possono agire comunque sul piano dell’inconscio.
Tradotto nel concreto.
Salgo per una strada di montagna (quasi 2000 mslm) e all’improvviso sento strani rumori soffocati. Cerco di capire di cosa si tratta e scorgo nell’erba un qualcosa di animato che non riesco bene a distinguere. Immagino possa essere una marmotta, ma fa strani suoni e movimenti. È difficile distinguere bene, poiché il pelo ha lo stesso colore dell’erba. Mi sembra anche strano che sia stata tanto distratta da non accorgersi della mia presenza. A un certo punto i suoni sommessi diventano gridi e dall’ammasso di pelo emergono chiaramente due distinti individui presi a lottare piuttosto accanitamente fra loro. Anzi, uno dei due, visibilmente più grosso, è sopra e trattiene l’altro, che si dimena quasi impotente, per la zona della gola. Finalmente il più grande molla l’osso e l’altro si allontana e si nasconde, mentre il più grosso si ferma nei pressi e, resosi conto della mia presenza, rimane immobile e vigile.
Questo incontro ha una sua rilevanza naturalistica. Purtroppo non conosco molto della biologia e del comportamento delle marmotte (cosa cui cercherò di porre rimedio), per cui mi è difficile interpretarlo. Posso fare ipotesi. Data la differenza di stazza, quello più piccolo era forse un giovane che ha invaso il territorio del più anziano? Oppure era una femmina? Tutte queste cose sono interessanti di per sé e le due marmotte hanno una loro vita indipendente dalla mia e non meno degna e rilevante, una loro prospettiva sul mondo e un loro modo di viverlo. Come dire, la loro vita per loro è tutto, e della mia gli importa ben poco, se anche ne fossero consapevoli.
Tuttavia, oltre agli aspetti naturalistici, posso notare cosa questo incontro ha mosso in me. Una circostanza così emozionalmente “forte” come una lotta accanita non può non andare a toccare qualcosa dentro di me. C’è un aspetto più superficiale che è quello che mi vede immedesimarmi nella condizione del più debole e giudicare il più forte come aggressivo e prepotente. Evidentemente la parte “piccola” e debole di me si riconosce nello sconfitto e “prevaricato”.
Ma c’è altro: posso chiedermi cosa significa questo evento per me in questo preciso momento della mia vita, o, ancora, in questo preciso istante. Cosa si muoveva dentro di me quando ho fatto questo incontro? Ho fatto questa escursione perché sentivo il bisogno di ritrovare il contatto con la mia profondità e con una serenità che questi luoghi riescono a facilitare in me, dopo mesi trascorsi immersa nell’inverno cittadino e tanti impegni e questioni da risolvere. Però osservavo che facevo fatica a lasciare andare la mente, che rimaneva ancorata a tutte le questioni da risolvere. Dentro di me c’erano un femminile che anelava alla riconnessione col flusso della vita e con il sentire, e un maschile prevaricante che tendeva invece a occupare tutto lo spazio dicendo sostanzialmente: non puoi distarti, non puoi permetterti di prenderti uno stacco, devi risolvere prima questo e poi quello, devi capire questo e programmare quest’altro…
Non so se le marmotte fossero maschio e femmina, ma in ogni caso il più piccolo e debole sicuramente rappresentava il mio aspetto femminile che faceva fatica a trovare un proprio spazio, prevaricato da un maschile prepotente che la teneva per la gola e non le permetteva di esprimersi. Fino a quando il maschile non “mollava l’osso”, il femmile era costretto a subire. Questo incontro, anche se non ho realizzato all’istante consciamente il suo significato, ha aperto una porta dentro di me e mi ha preparato ad un successivo incontro fatto poco più tardi con il regno vegetale, che ha permesso al mio femminile di esprimersi.
Naturalmente, le due marmotte non sapevano nulla di tutto ciò e non erano lì “per me”. La Vita però ha questa incredibile capacità, che a volte può apparire magica ma è del tutto naturale, di far incrociare e intrecciare le vite con grande abilità, in un’abile danza. Sarà l’argomento del mio prossimo video.
byElena/5 Maggio 2022/inCrescita personale